Apple chiuderà tutti i suoi negozi in Cina a causa dell’epidemia di coronavirus.
Il coronavirus è diventato una minaccia per la salute globale, una realtà che è stata definita dall’Organizzazione mondiale della sanità come un’emergenza sanitaria pubblica di importanza internazionale.
La Cina ha adottato misure drastiche per cercare di fermare la diffusione del coronavirus. Tra questi ci sono l’isolamento di intere città e anche la chiusura delle fabbriche.
Da quando è avvenuto lo scoppio del coronavirus, il numero di morti è stato di 250, cifra che ha avuto un aumento significativo in una sola settimana. E ora l’impatto del virus si vede anche sulla catena di produzione per le aziende tecnologiche.
Gli archivi Apple rimarranno chiusi fino al 9 febbraio
Samsung e Foxconn sono tra le aziende che hanno interrotto la produzione a Wuhan. Un’altra azienda che è colpita dal coronavirus in Cina è Apple.
Tim Cook ha detto agli investitori che Apple chiuderà tutti i suoi negozi ufficiali e le sedi aziendali che ha in Cina almeno fino al 9 febbraio a causa del coronavirus.
Questa data potrebbe cambiare se necessario e potrebbe essere prolungata se la situazione nel paese non migliora.
Apple non è stata l’unica azienda straniera che ha deciso di adottare tali misure a causa del coronavirus.
Altre multinazionali come Starbucks e McDonald’s hanno effettuato chiusure temporanee per aiutare a ridurre l’impatto e la diffusione di questa pericolosa epidemia.
D’altra parte, molte altre aziende hanno deciso di ricorrere al telelavoro per continuare le loro operazioni e ridurre il più possibile danni e perdite.
Apple potrebbe persino interrompere del tutto la produzione a Wuhan
Apple e molte aziende tecnologiche hanno una fortissima dipendenza dalla Cina sia per la vendita che per la fabbricazione dei loro prodotti, quindi queste misure di chiusura potrebbero finire per danneggiarle in modo significativo se durano più a lungo del previsto.
Tim Cook, CEO dell’azienda, ha detto che stanno sviluppando piani di mitigazione per far fronte alla possibile perdita di produzione dei propri fornitori a Wuhan.