La pandemia è stata accompagnata da altre minacce alla sicurezza informatica e gli ultimi rapporti indicano che gli attacchi ransomware globali sono aumentati del 485% nel 2020.
L’anno 2020 passerà alla storia per lo scoppio della pandemia COVID-19. Quella pandemia ha avuto conseguenze davvero gravi per la salute e la sicurezza.
Le vulnerabilità della sicurezza informatica sono aumentate del 485% nel 2020
Ad esempio, i criminali informatici hanno cercato di sfruttare appieno la situazione pandemica per compromettere il maggior numero possibile di vittime.
Il Consumer Threat Landscape Report 2020 rileva che entrambi gli incidenti che coinvolgono trojan bancari e mining di criptovaluta si sono intensificati durante i primi mesi dell’anno, in coincidenza con la pandemia. Il quarantacinque per cento di tutti gli incidenti relativi ai trojan bancari si sono concentrati tra aprile e giugno.
A livello globale, una delle minacce più insistenti è stata il ransomware, che dirotta i computer e crittografa i file. Gli attacchi con questo tipo di malware sono aumentati del 485% nel 2020 e il 64% di essi si è verificato durante il primo e il secondo trimestre.
Le app Android dannose, come quelle che imitano le soluzioni di videoconferenza simili a Zoom, sono aumentate del 320%.
Le ricerche rivelano che un terzo dei dispositivi IoT è dotato di sistemi operativi proprietari, responsabili del 96% di tutte le vulnerabilità rilevate su tali apparecchiature. Senza andare oltre, le vulnerabilità nelle smart TV sono aumentate del 335%.
I dispositivi di archiviazione NAS ricevono il titolo tutt’altro che onorevole di avere il maggior numero di vulnerabilità, aumentando del 189% durante l’anno.