Utilizzando le immagini del Kitt Peak National Observatory e del Cerro Tololo Inter-American Observatory, un team di astronomi ha creato la più grande mappa dell’universo che comprende più di un miliardo di galassie. Il risultato è affascinante e ha occupato una quantità incredibile di circa un milione di gigabyte elaborati durante 100 milioni di ore in uno dei supercomputer più potenti al mondo.
Abbiamo una nuova incredibile mappa dell’universo davanti a noi. L’immagine bidimensionale è il culmine di sei anni di lavoro dalle indagini sulle immagini legacy del Dark Energy Spectroscopic Instrument (DESI). È il più grande fino ad oggi in termini di copertura del cielo, sensibilità e numero totale di galassie.
Come vedere la mappa più grande dell’universo?
Possiamo vedere la foto su questo sito web. Contiene 10 miliardi di pixel, che equivalgono a 833.000 foto di smartphone ad alta risoluzione. È stato creato nel corso di 1.405 notti di osservazione presso tre osservatori: Kitt Peak National Observatory, Cerro Tololo Inter-American Observatory e Wide Field Infrared Survey (WISE) della NASA, oltre al lavoro di 150 osservatori e altri 50 ricercatori. Il risultato è spettacolare.
Considerando che per millenni gli esseri umani hanno utilizzato le mappe per comprendere e navigare nel nostro mondo, anche le mappe astronomiche servono a questo scopo, ma su larga scala: ci collocano nel cosmo e raccontano la storia e il destino dell’universo e del suo processo di espansione accelerata .
Qual è il prossimo passo per gli astronomi?
La mappa dell’universo attuale appena presentata, che copre metà del cielo, è stata realizzata in 2D, ma questo lavoro è solo l’inizio. Ora, dagli oltre 1 miliardo di galassie che possiamo trovare sulla mappa, gli astronomi selezioneranno decine di milioni (35 milioni di galassie e 2,4 milioni di quasar) per ulteriori studi con il Dark Energy Spectroscopic Instrument (DESI), al fine di costruire il la più grande mappa 3D mai realizzata, qualcosa che ci fornirà nuovi dati sulla natura dell’energia oscura, quella forma sfuggente di energia che spingerebbe ad accelerare l’espansione dell’universo.
Nei prossimi cinque anni, gli esperti misureranno la distanza di queste galassie e quasar, alcune delle quali dovrebbero essere a 12 miliardi di anni luce di distanza. L’obiettivo finale sarà la creazione di questa gigantesca mappa tridimensionale dell’universo, che ci darà un’immagine molto più chiara della distribuzione delle galassie nel cosmo e della velocità con cui l’universo si sta espandendo.
“Per risolvere oggi alcuni dei più grandi misteri della fisica fondamentale, siamo spinti a creare enormi database digitali di stelle e galassie, che a loro volta consentono un nuovo approccio di data mining per fare ulteriori scoperte astronomiche”, ha affermato Adam Bolton, NOIRLab Science, e Data Center Community Director e coautore della ricerca.