“La minaccia è reale, molto reale”, avverte Eric Schmidt, ex CEO di Google e attuale presidente della Commissione per la sicurezza nazionale sull’intelligenza artificiale degli Stati Uniti. Si riferisce alla Cina, una rivale su cui non hanno il vantaggio tecnologico di quanto si potrebbe pensare.
Gli Stati Uniti sono “uno o due anni avanti rispetto alla Cina, ma non 5 o 10”, ha avvertito Schmidt durante a Commissione per le forze armate del Senato udito. Secondo l’esperto, la Cina è davanti agli Stati Uniti in settori come il riconoscimento facciale.
Gli Stati Uniti sono solo “un anno o due” avanti rispetto alla Cina nell’intelligenza artificiale e nelle tecnologie emergenti, ma la Cina è prossima a diventare un leader tecnologico
Uno degli argomenti per giustificare questo approccio cinese è la facilità di condividere i progressi tecnologici. “Possiamo aspettarci che qualsiasi innovazione open source nel campo dell’IA sarà adottata dalla Cina”, spiega Schmidt.
Tra i settori che gli USA vogliono promuovere per rafforzare la propria posizione nei confronti della Cina ci sono i semiconduttori e il quantum computing. A tal fine, stanno preparando un fondo tecnologico da 100 miliardi di dollari per cercare di aumentare questo divario.
La Cina ha presentato il suo “New Generation AI Development Plan” nel 2017, con l’intenzione di rendere la Cina un riferimento mondiale nell’intelligenza artificiale entro il 2030.
Secondo l’ex CEO di Google, gli Stati Uniti dovrebbero rilanciare “con urgenza” settori come l’intelligenza artificiale. Ma l’IA è solo uno dei 14 campi identificati come chiave per la sicurezza nazionale. Dobbiamo anche contare 5G, biotecnologia o informatica quantistica. È proprio in questi settori che gli Stati Uniti hanno imposto blocchi e restrizioni alla Cina.
Suggerisco di cambiare l’ingenuità americana con una sorta di sistema di incentivi per colmare questo divario con la Cina e collocare quelle fabbriche di semiconduttori negli Stati Uniti da utilizzare per scopi commerciali, ma anche militari “, conclude Schmidt.
Consapevole di questa battaglia, l’Europa sta lavorando per sviluppare la sua industria dei semiconduttori in modo da essere meno dipendente dalle altre potenze e avere una maggiore indipendenza tecnologica. È una battaglia per guidare diversi settori tecnologici in cui la Cina sta diventando un attore sempre più importante.